martedì 20 aprile 2010

Giustizia

Credo di conoscere i cani, di poter prevedere le loro reazioni. Invece no, loro mi stupiscono.

Forse l'avete visto, a Striscia, il servizio su quel casolare di Cuneo nel quale un ragazzone di 200 kg teneva (tiene??) gli animali in condizioni terribili, senz'acqua, senza cibo, a catene cortissime e senza riparo.

Il mitico Edoardo Stoppa alla fine del servizio ha ottenuto la liberazione dalla catena dei cani. E queste bestiole che hanno passato l'inverno legate, sotto la neve e senz'acqua, cos'hanno fatto appena liberate? Le feste. Sì, hanno preso a saltare e scodinzolare intorno ai carcerieri, ai torturatori, agli schifosi bastardi.

Perchè poi il cane è così: riconoscente, anche quando non avrebbe motivo di esserlo. Hanno a modo loro ringraziato il "padrone" per il meraviglioso dono della libertà, senza capire che la libertà non è un dono ma un diritto. Erano felici, quei cani.

Ma io voglio vederli felici lontani da lì, da quel ragazzone e da quel posto schifoso. Loro sono felici, ma a me non basta. Io vorrei un po' di giustizia. Giustizia per quei cani, per i bambini violati, per me, per le persone cui voglio bene. Giustizia per tutti coloro che stanno male e non lo meritano. Giustizia, se non umana, almeno divina.

martedì 13 aprile 2010

Week end con l'editor

Vi dirò qualcosa che io avrei voluto dicessero a me: se il vostro editor è donna, madre e moglie e quindi probabilmente una buona cuoca, e un bel giorno vi invita per un fine settimana a casa sua, beh, prima di partire osservate 3 giorni di digiuno; eviterete così di ingrassare 1 kg in 3 giorni.

Ciò detto, passiamo a qualcosa di molto piacevole.

Il paesaggio: ero a Buja, località collinare in provincia di Udine. In quei tre giorni, là, è stato primavera a tutti gli effetti: il venerdì c’erano 25 gradi, il sole ci ha sempre fatto l’occhiolino e ho potuto godere appieno dei doni che la natura riserva a chi passa da quelle parti.

Credo davvero che il contesto naturalistico abbia dato un impulso non indifferente alla mia scrittura. Sono infatti partita con il portatile, ma poco fiduciosa: ero arrivata a un punto del romanzo abbastanza critico, nel quale la vicenda si doveva snodare in una qualche direzione ma nessuna di quelle intraviste fino a quel momento mi soddisfaceva. Eppure, già il secondo giorno, mi sono seduta alla scrivania di Mattia (figlio ventenne di Silva, la mia editor, ovvero la mai madrina), ho acceso il pc e senza nessunissimo sforzo il mio personaggio ha creato una situazione nuova, inaspettata e che mi aggrada ben di più di quelle che mi ero prospettata prima di partire. Il tutto senza il minimo piano: semplicemente mi sono seduta e ho scritto senza sapere cosa sarebbe saltato fuori. Grazie quindi alle colline di Buja e all’ospitalità di Silva, che hanno incnsapevolmente sciolto i nodi della mia trama.

Ho potuto bearmi di un contesto nel quale si può parlare di cinema e letteratura con toni che passavano dall’ironico al serio passando per il critico: tutte le declinazioni del piacere, per quanto mi riguarda.

Ho visto posti molto belli, a volte tristemente sfregiati non solo dal terremoto degli anni 70 che ha lasciato cicatrici, ma anche da una certa dose di menefreghismo e ignoranza tipici non tanto dell’uomo quanto dell’uomo politico. Insomma, ero pur sempre in Italia, no?

Il cibo è di certo stata un’altra piacevole parentesi: Silva non ha mancato di mettere in tavola pietanze friulane, tanto buone quanto caloriche, ma ne è valsa la pena, ve l’assicuro.

In tutto questo la mia editor ha anche trovato il tempo di fare una presentazione della sua raccolta “Racconti dal Sottobosco” (collana Fiabetica, la stessa de L’esercito di Gaia), che è stata un successo: tanti bambini in sala, ma anche tanti adulti che hanno gradito le letture ben gestite dai volontari con copricapo a tema e accompagnamento musicale. E non poche copie sono state vendute: anche questo è un successo, dico bene?

Il ritorno a casa non mi lascia solo 1 chilo in più in corpo e qualche specialità friulana in frigo: mi lascia anche un’esperienza stimolante e piacevole, condivisa con persone squisite. Su di loro non mi dilungherò oltre: ci sono cose che anche uno scrittore preferisce tenere per sé.